sulla pianura antistante la città di S. Giovanni d'ACRI
si radunò un esercito di 220.000 uomini, sessantamila
Cavalieri e centosessantamila fanti al comando del
Sultano al-Ashraf Khalil.
All'interno della città un migliaio di Templari (forse 2500)
e circa diecimila soldati di varia estrazione, abbandonati
e traditi dalle Corone europee e dalla chiesa, troppo
impegnate in beghe di potere interno per intervenire.
si apprestavano all'ultima strenua e inutile difesa.
Il giorno dopo iniziava l'attacco alle fortificazioni e durante
l'assedio di Acri il Gran Maestro, Guglielmo di Beaujeu,
moriva nel corso di una rischiosa sortita contro le
preponderanti forze nemiche nel tentativo di distruggere
le catapulte avversarie che aprivano varchi sempre più
ampi nelle mura.
La lotta è durissima. Furiosi combattimenti sono segnalati
in ogni zona, i quartieri cadono uno dopo l'altro nelle mani
del nemico, i Templari rispondono con coraggio e
abnegazione, anche se il Gran Maestro è caduto sul campo.
venerdi 18 Maggio 1291 cade il quartiere della
Rocca dei Templari gli ultimi superstiti si asserragliarono
nella torre Templare che cederà il 28 Maggio 1291
con la fine degli ultimi coraggiosi e di
2000 soldati del Sultano.
il sultano diventa padrone di San Giovanni d'Acri.
Tutti i dignitari dell'Ordine periscono tra le mura della città,
"versando il proprio sangue nel nome di Cristo e ......
in difesa della fede Cristiana"
Ho messo dei puntini prima della fede Cristiana perchè
se è vero che morirono nel Nome di Cristo, va interpretato
il concetto di fede cristiana che non si identifica ne con
la chiesa ne con la religione che ne deriva, ma era frutto
di un "Giuramento Permanente" e indissolubile fatto in
nome del Maestro Gesù Cristo e del suo vero insegnamento
Anche se a volte ci furono contrasti tra il comando Crociato
e gli ordini Militari, la loro reputazione di Combattenti non
vacillò mai, in varie occasioni i Templari furono decisivi per
la sorte di una battaglia e sempre comunque si schierarono
in prima fila di fronte all'esercito nemico.
Il loro sacrificio in termini di vite umane fu enorme.
Ma sapevano che li attendeva un destino tragico
contro il quale non seppero o non vollero reagire...
La chiesa ancora si macchiò di tradimento nei loro confronti
il Papa , allora ad Avignone, permise il crimine e non si oppose
al re di Francia che oberato dai debiti nei confronti dell'Ordine
decise di appropriarsi dei loro beni sterminandoli.
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