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04 giugno 2008

IL TEMPIO E LA CHIESA

da un articolo di Mario Madia
su Na Koja Abad


Care amiche e amici,

l'idea di Tempio è più alta e più generale di quella di
Chiesa : si erge in qualche modo, al di sopra di tutte
le religioni.
La Chiesa ad esempio, ha una data precisa d'inizio,
il Tempio no :contemporaneo di tutte le età, era come
un simbolo della perpetuità religiosa.
Tutto il simbolismo dell'Ordine evoca d'altronde la
duplice nozione del Centro Spirituale, fonte dei due
poteri e della mediazione temporale-spirituale :
il famoso Baucent era mezzo bianco e mezzo nero,
colori di cui, in questa sede, abbiamo già visto il
significato e che non per semplice coincidenza sono
stati attribuiti a Feirefiz (il fratello musulmano di Parzival ).
Il mantello bianco, segno d'investitura, di qualificazione
di stato e di funzione, era un privilegio esclusivo che
l'Ordine dovette a volte difendere.
" E a nessun altro, dice la Regola, è concesso di
avere bianchi mantelli, salvo ai sopraddetti cavalieri
di Cristo : che quanti hanno abbandonato la via
tenebrosa grazie all'esempio dei bianchi vestiti si
riconoscono col loro Creatore "
Il bianco vestito li designava espressamente al
secolo come "strappati alla massa di perdizione ",
secondo le parole di Innocenzo III, e collocati già in
questo mondo fra le " genti vestite di bianco " che
stanno davanti al Trono di Dio e Lo servono giorno
e notte nel suo Tempio ", quelle genti su cui " Colui
che siede sul Trono stabilirà la sua Presenza
( Shekinah ) " ( Apoc. VII : 13-16 ).
Non solamente come riconciliati, ma come
riconciliatori.
La croce ad otto raggi o a otto punte di cui il loro
mantello era adorno, aggiungeva al significato
centrale della croce il ricordo dell'Infinito attraverso
il numero otto, così come univa al bianco della
Conoscenza il rosso del Santo Amore.
Proseguendo oltre, il collegio di elezione del
Gran Maestro era formato da dodici membri, a
immagine del collegio degli Apostoli e della cerchia
interna dei Centri spirituali in genere.
Il Maestro, dovendo avere regolarmente " due fratelli
cavalieri come compagni, che devono essere tali
probiviri da non poter essere esclusi da alcun
consiglio in cui ci saranno cinque o sei fratelli ".
Il sigillo dell'Ordine, con i due cavalieri sulla
stessa cavalcatura, o piuttosto il duplice cavaliere,
non è sinonimo di omosessualità ( come insinuato
dalle bestie sacrileghe che hanno denigrato l'Ordine ),
né di povertà ( come appare in chiave di lettura
meramente esteriore ), bensì
EVOCA LA SINTESI DEL DOPPIO NEL SEMPLICE,
DELLA DUALITA' CREATURALE NELL'UNITA'
DEL SUO PRINCIPIO.
Il cavallo stesso è ben conosciuto come veicolo
simbolico dei viaggi fra i mondi, e ci si potrà ricordare
in questa sede, della giumenta Al – Boraq che
accompagnò il Profeta, per una parte del Viaggio
Notturno
( Corano, Sura XVII )

Fraternamente,
Mario


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