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28 febbraio 2009

.... Il gioco della vita


Il gioco della vita si perpetua nel tempo


alte nuvole piangono su terreni incolti

il Tempio cede le sue pietre

non c'è più traccia di attenzione sulla Via

una via che si lastrica d'infamia

striduli suoni lacerano il buio del silenzio

lame di luce inseguono un uomo che corre

non ha più meta

rincorre se stesso e non sa più ritrovarsi.

a
...

20 febbraio 2009

non fermarti, attraversa il deserto

Quando attraversi il deserto tutto sembra assurdo e difficile, ci sono occasioni in cui ti sembra che persino Dio ti abbia abbandonato, ma è solo nel fondo del tuo cuore che puoi trovare quella risposta che ti fa capire che non è così.
Ti fa capire che tu sei l'unica persona su cui puoi contare, ma anche la persona più importante per te stesso, e se guardi bene scoprirai che quel deserto lo devi attraversare tutto, perché non c'è altro mezzo per uscirne, molte volte troverai il guardiano della soglia, quel te stesso che sempre cercherà di impedirtelo.
Non sono altri o la vita che non ti permettono di procedere, certo può capitare di imbattersi in carovane che girano in tondo e non escono mai, ma sempre tua è la scelta di farne parte o di delegar loro il tuo cammino, nessuno percorrerà i tuoi passi per te, nessuno subirà l'ingiuria per te, il tempo e la sabbia corrodono le scarpe del viandante, non restare a piedi nudi inutilmente e se la meta pare irraggiungibile tu cammina, è l'unico mezzo che hai per sapere se l'apparenza è reale o è uno dei tanti miraggi che popolano questo luogo.
Ti hai scelto di affrontare questo percorso, non fermarti alla prima oasi, è solo un punto di ristoro in questo lungo cammino, un posto dove passare la notte e comprendere che non c'è solo una distesa infinita di sabbia rovente.
Non è importante sapere cosa c'è alla fine del deserto, ma avere sempre la forza e la fede di camminare per uscirne, passo dopo passo, vita dopo vita, l'anima prende consapevolezza della sua forza e della sua natura.
La frescura della notte è accattivante e dopo ogni notte c'è un nuovo giorno, non fermarti per aspettar la notte, cammina e sarà ancora la notte a ritrovarti lungo il sentiero, e ristorarti dalla calura del tuo faticoso giorno, non cercare gli spiriti della notte e non temerli, lascia che passino e vadano per la loro via, se ti fermi con loro non potrai riposare e il tuo cammino nel nuovo giorno sarà sempre più faticoso e difficile.
Lascia che il vento cancelli il tuo sudore e se trasporta qualche fastidioso granello di sabbia. tu ringrazialo per la frescura che sa donarti, perché la sabbia, senza sudore, cadrà dal tuo viso senza sforzo o fastidio.

ac

05 febbraio 2009

l’Agenda di Mère


Mira Alfassa - La Mère


Agenda di Mère - Libro quarto

3 agosto 1963

La Materia fisica, la sostanza fisica, questa coscienza assolutamente elementare insita nella sostanza fisica, è stata cosa maltrattata (fin da quando l’uomo esiste sulla terra, suppongo, dato che prima non aveva probabilmente abbastanza coscienza di sé per accorgersi di un simile maltrattamento: la Materia non era abbastanza cosciente, suppongo, da poter distinguere fra stato normale di pace e condizioni sfavorevoli; comunque è da un bel pezzo che va avanti in questo modo), ma così maltrattata che le è davvero difficile credere che possa andare altrimenti. E soprattutto un’aspirazione: l’aspirazione a una pace LUMINOSA, a qualcosa di ben diverso dalla pace oscura dell’Incoscienza (che la Materia non ama, non so se l’abbia mai amata, comunque non l’ama più). Aspira a una pace luminosa; non a una coscienza piena di cose, no: semplicemente a una coscienza di pace, piena di pace, di tranquillità, di luce — ecco quello che vuole. E al tempo stesso ha una certa difficoltà a credere che sia possibile. L’esperienza che ho è questa: [la coscienza nella sostanza fisica] ha sperimentato molto concretamente e tangibilmente l’intervento del Potere supremo, della Luce suprema e della Bontà suprema — e ogni volta prova un nuovo senso di meraviglia — e in questo senso di meraviglia vedo qualcosa come: «Ma davvero è possibile?».

Sai, mi fa l’effetto di un cane tanto bastonato che si aspetta soltanto altre bastonate.

E’ triste. — Eppure le prove si accumulano. Se la fede e la fiducia potessero radicarsi in modo stabile la difficoltà probabilmente sarebbe superata.

(silenzio)


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note:

l’Agenda di Mère

1951 -- 1973

13 volumi, 6.000 pagine:
nell’arco di due decenni, in un linguaggio discorsivo
che usa vecchie parole (ma a volte nuovissime)
per esprimere minimi, vertiginosi mutamenti,
la viva voce di Mère racconta a Satprem, il suo testimone,
una miriade di esperienze, un’esplorazione nella coscienza
delle cellule del corpo.
Assistiamo così alla scoperta di una mente cellulare
capace di ri-formare la condizione della materia
umana e le leggi della specie:
come un tempo i primi balbettii della mente pensante
avevano trasformato le condizioni di una specie antropoide.
Un documento di evoluzione sperimentale,
un interrogativo sul nostro futuro:
dobbiamo rassegnarci all’angusta condizione umana
che ovunque va facendosi sempre più invivibile,
oppure può esserci un modo di vivere l’impensabile,
di passare a una “prossima specie”?
Non siamo alla fine di una civiltà, ma alla fine di un
ciclo evolutivo, ha detto Sri Aurobindo.
"Il vero problema del nostro tempo è forse quello
di trovare in noi ciò che può sopravvivere."


(ndr) Sri Aurobindo ha lasciato il corpo nel 1951