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21 luglio 2008

Il Sufismo


da un articolo di Mario Madia su: Na_Koja_Abad

Il Sufismo utilizza a suo modo la classica tripartizione corpo-anima-spirito. Il corpo viene considerato il tempio dello spirito, le vestigia del Creatore, punto di partenza nella realizzazione spirituale. A questa sua funzione allude Suhrawardi nel poema “templi della luce”. Lo spirito è, al pari del cielo, splendente e immutabile al di sopra degli orizzonti dell’anima. Rappresenta un mondo che, pur non essendo identificato con Dio, è da lui inseparabile, e quindi già si trova in prossimità del divino. L’anima è soggetta all’attività spirituale. E’ il piombo che deve tramutarsi in oro, la luna che deve congiungersi al sole. Ma se essa non riconosce il suo legame col Creatore, e si identifica esclusivamente col mondo materiale, è destinata a perdersi e a soggiacere esclusivamente, anziché allo spirito, ai dettami della parte più bassa dei bisogni corporali e istintuali. Per il sufi, la debolezza dell’uomo è legata alla sua natura inferiore, istintiva. Egli deve compiere un’opera di purificazione, principalmente attraverso la meditazione. La forma più importante è il dhikr, che significa ricordo: la via alla purezza totale e permanente è il ricordo di Dio. Questo ricordo continuativo si ottiene attraverso la ripetizione costante del suo nome, in ogni attività, della quale anzi, mantenendo il ricordo di Dio, si aumenta l’efficacia. Esso diviene una sorta di concentrazione e di meditazione orante, attraverso una serie di formule da ripetere ad alta voce oppure mentalmente e che variano a seconda della confraternita di appartenenza e del livello di iniziazione. Spesso alcuni movimenti del corpo, che possono essere vere e proprie danza con particolari accompagnamenti musicali, sono accompagnati alle recitazioni, in base all’idea che ripetendo il nome di Dio assieme alla danza si apre la porta dell’anima alle influenze divine (pratica dell’estasi). Tra le pratiche estatiche, vi è il Sema, la preghiera dei dervisci (lett. mendicanti, designa i monaci itineranti appartenenti a una confraternita mistica) roteanti, creata da Gialal ad-Din Rumi, il poeta filosofo chiamato Maulana, “il nostro signore”, circa nel 1250. Secondo la tradizione, egli un giorno attraversando il quartiere degli orafi di Konya, in Anatolia, si fermò improvvisamente, forse ispirato dal tintinnio ritmato dei martelli che lavoravano l’oro, allargò le braccia e cominciò a roteare su se stesso come danzando. Successivamente, egli introdusse nelle, fino ad allora molto austere, cerimonie religiose la danza e la musica, e riunì intorno a sè dei discepoli itineranti che furono chiamati appunto dervisci.

Mario Madia

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10 commenti:

Anonimo ha detto...

DI SUFISMO
ne ho sentito parlare e nè sono restata affascinata da subito.Mi sono promessa l'approfondimento.Non so il perchè,ma mi hai fatto pensare a Orfeo ed Euridice.La spiritualità orfica,oscura,infera,è altrettanto prossima alla divinità di quanto lo siano il cielo,il monte,o la ricerca spirituale,tutta concentrata sulla luce.Ma il mistero di Orfeo confonde,con la sua logica antitetica.Se vogliamo recuperare dal profondo il nostro tesoro,l'oggetto del nostro amore,la nostra anima,insomma,in quell'attimo eterno fra la vita e l'oblio mortale,non dobbiamo guardarlo.La vera meta della ricerca spirituale scompare all'istante,quando viene percepita.Forse sarà per questo che,generazioni e generazioni di poeti orfici parlano di ciò che non hanno mai visto,e che non vedranno mai finchè saranno in sua presenza?...Grazie per questo altro tassello ad incipit per la mia conoscenza! Bianca 2007

Nadir ha detto...

interessante spiegazione.
ciao AC

denise ha detto...

Adoro il Sufismo il mio libro preferito è "il bimbo e lo scorpione"

acquachiara net ha detto...

bianca
grazie a te per la visita ed il commento come sempre in linea con l'argomento :-))

acquachiara net ha detto...

Nadir
Mario non è solo un Musulmano ma anche uno studioso attento, nonchè professore di storia appassionato di Federico secondo e il suo tempo, templarismo compreso :-)))

acquachiara net ha detto...

Denise
non lo conosco, ultimamente ho un po tralasciato i libri in generale, fondamentalmente sono un pigro :-)))

Albachiara ha detto...

un passaggio veloce per lasciarti un saluto, leggerò il post appena avrò un pò di tempo.
Un abbraccio e buone vacanze se ancora le devi fare.
A presto

digito ergo sum ha detto...

appunto, quando dico che leggerti è edificante, perché (an)neghi? ti auguro un'ottima settimana e ti abbraccio.

denise ha detto...

Nuovo post con immagini sulla mostra in corso, vorrei sapere cosa ne pensi.

sheine ha detto...

Ezechiele vede le visioni riflesse nell'acqua.se gli fose detto di guardare in alto verso il cielo per vedere Dio,avrebbe risposto:''l'ho gia visto nel fiume''.La rivelazione è sempre già.Scoprire Dio !!!!vuol dire aver capito bene di essere umano